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Il rancio del soldato, la dieta del civile

Riflessioni sull’alimentazione della popolazione militare e civile durante la I e II guerra mondiale, con particolare riferimento alla situazione milanese.

Il rancio del soldato, la dieta del civile

Il coinvolgimento di due realtà  dell’istruzione  milanese, l’alberghiero Vespucci e il liceo Volta, in un progetto di ricerca e studio sulle abitudini alimentari  durante la “seconda guerra mondiale”, della quale ricorrono quest’anno 70 anni dalla fine.

Una riflessione approfondita accompagnata dall’analisi delle condizioni di vita dei soldati in trincea durante la “Grande Guerra”, di cui si celebra il centenario dallo scoppio per l’Italia.

Carlo Antonio Barberini

Carlo Antonio Barberini

Elisabetta Salvini

Elisabetta Salvini

Lorena Carrara

Lorena Carrara

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attraverso la lettura e le presentazioni delle due autrici del libro “Partigiani a tavola” – Elisabetta  Salvini  e Lorena Carrara-, il riepilogo e l’inquadramento storico economico del prof. Carlo Antonio Barberini, gli allievi sono stati condotti in un “viaggio della memoria” che, attraverso preparazioni gastronomiche di altri tempi e la loro realizzazione pratica, hanno consentito  di realizzare quella sensibilizzazione nei confronti di un periodo storico che tanto ha segnato il nostro paese. Dall’altra parte una profonda riflessione sulla vita quotidiana dei militari in trincea della prima guerra mondiale, di pasti consumati al freddo, sotto l’acqua, il più delle volte poco o mal cotti e quindi molto lontani da quella salubrità alimentare che viene oggi tanto decantata e che fortunatamente per certi versi è stata raggiunta.

Il risultato atteso e di meta si è concretizzato con la progettazione, realizzazione e presentazione nell’ambito di un evento organizzato con l’Istituto Volta di Milano, di una  “presentazione storico gastronomica” di piatti legati a filo stretto con le vicende delle due guerre mondiali e con il mondo della resistenza partigiana in Italia che si è realizzato lo scorso 30 ottobre 2015, in concomitanza con le attività di chiusura del progetto sviluppato, durante una giornata di lavoro/convegno presso l’Auditorium della Biblioteca di Lambrate, Via Valvassori Peroni 56.

A dare valore alla ricerca storica condotta, durante le presentazioni degli allievi è stata anche proiettata una estrapolazione del  documentario su L’orto di guerra, realizzato da Antonio Puhalovich e gentilmente concesso dal Gruppoverde di Cascina Cuccagna. Sicura fonte di sostentamento, gli Orti di Guerra e la loro realizzazione da parte della popolazione hanno rappresentato anche un momento di valore sociale e di condivisione aperta di quel poco o tanto che si riusciva a produrre.

Le classi del Vespucci che hanno sviluppato per le loro competenze il progetto sono state la 2° e 3° G Preparazione Pasti e gli studenti della 5° A EN coordinati dai proff. D’Urso, Di Cataldo, Merlassino, Moro,  Rignanese e Rizzo.

Ricettario elaborato e proposto all’evento conclusivo con riferimenti letterari al libro “Partigiani a tavola”, liberamente ispirato ai racconti dei testimoni o alle narrazioni letterarie e non di piatti che venivano effettivamente mangiati durante la guerra di liberazione. Anche le presentazioni fotografiche non rispecchiano le tecniche di presentazione del tempo ma sono in linea con gli attuali canoni della cucina moderna.

Biscotto del partigiano (ispirata pag.94) Foto degli allievi  Bortolameotti e Benzoni 5° AEN
Focaccia col cavolo (realistica pag.48)       Foto degli allievi Bortolameotti e Benzoni 5° AEN
Bruschetta delle bande (uso del pane nero, realistica pag.177-118)

Lasagne per la ricostruzione (realistica per la storia di Teresa Noce pag. 212)  Foto allievi classe 2° G IeFP
Minestrone di Pin (ispirata al romanzo di Calvino pag.169)
Pasta e fagioli della casa magazzino (realistica, anche se ispirata ad un romanzo pag.201)  Foto allievi classe 2° G IeFP

Baccalà con le cipolline (ispirato al Ventennio e all’autarchia pag. 14-16)   Foto degli allievi  Bortolameotti e Benzoni 5° AEN
Sformato autarchico (la ricetta vinse un concorso per la gestione degli avanzi de La Cucina Italiana nel 1940 pag. 14-16)
Spinaci e uova dei tempi di guerra (realistica, sul Ventennio e sull’autarchia, legata al racconto di Vittorini Pag. 14-16)  Foto degli allievi Bortolameotti e Benzoni 5° AEN

Budino delle mondine (realistica, sulla promozione del riso nazionale durante il Ventennio Pag.14-16)   Foto degli allievi Bortolameotti e Benzoni  5° AEN
Castagnaccio del lungo inverno (realistica, le castagne come cibo basico di chi abitava la montagna e di chi, come i partigiani, dalla montagna sono stati”adottati”  Pag.120)
Pinza della primavera conquistata ( realistica, ispirata ad una storia realmente accaduta, riportata nel romanzo di Sarzi Amadé Pag. 115)  Foto allievi classe 2° G IeFP

…”Dai 380 chili di pasta al burro offerti dai fratelli Cervi a tutto il paese di Campegine per festeggiare la caduta del regime, passando per le lasagne della ricostruzione gustate da Teresa Noce di ritorno dai campi della morte, fino ai 35.000 bambini nutriti dalle donne emiliane nel duro inverno del ’45: questa è l’inusuale prospettiva che adotteremo per parlare di Resistenza attraverso il cibo. L’Agnese della Vigano, il partigiano Johnny di Fenoglio, Pin di Calvino, Enne2 di Vittorini, i “piccoli maestri” di Meneghello e tanti altri personaggi della letteratura ci accompagneranno in una narrazione del tutto inedita, fatta di pasti consumati in fretta, di fame di libertà, del bisogno spasmodico di nutrirsi e delle tante, troppe difficoltà nell’organizzare l’approvvigionamento quotidiano delle risorse. Rispondendo all’interesse crescente che suscita il tema dell’alimentazione, abbiamo voluto metterlo al centro di una lettura obliqua della guerra di Liberazione, per recuperare il valore intimamente politico del partecipare alla stessa tavola e per riscoprire che, in fondo, l’etimo della parola “compagno” deriva dal più solidale dei gesti umani: condividere il pane.”…

partigiani a tavola

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